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DAL 17 AL 20 MAGGIO 2025
A SAN SEVERO (FG)
© La Festa del Soccorso 2011 - 2025
dal 1857
la festa patronale
della città di San Severo
LE BATTERIE
Da Secoli, il Suono
della città di San Severo
Il Fuoco della Devozione
Tra i simboli più potenti e spettacolari della Festa del Soccorso, ci sono senza dubbio loro: le batterie pirotecniche, che a San Severo vengono chiamate semplicemente “i fuochi”.
Non fuochi d’artificio comuni, ma rituali di rumore e ritmo, spettacoli ad altezza d’uomo che fondono coraggio, tradizione e una coreografia pirotecnica che non ha eguali.
Le batterie sono composte da una miccia principale, alla quale sono collegati botti di diversa intensità. Il ritmo è scandito da serie di colpi minori, le cosiddette “botticelle”, interrotte da scoppi più forti chiamati “risposte”. Ogni tre risposte, esplode la “quinta”, un botto ancora più potente, che crea un crescendo di tensione e spettacolarità.
La velocità della miccia non è uniforme: accelera gradualmente, creando un effetto musicale, quasi danzante, che culmina nel “finale”. È in questa fase che la batteria si carica di energia, con esplosioni sempre più violente, fino a giungere alla “scappata”, l’ultima sezione, che si chiude con un’esplosione fragorosa e liberatoria, accolta da grida, applausi e cuori che battono.
Ma le batterie non sono solo scoppi: sono spettacoli veri e propri, arricchiti da fontane, bengala, fischi, e giochi pirotecnici di varia natura, che ne esaltano la bellezza e la complessità. Ogni fuoco è diverso, ogni batteria ha una sua identità: una voce che parla al cielo e alla terra.
Le batterie giornaliere, chiamate alla sanseverese, sono potenti, rapide, intense. Quelle notturne, invece, sono le celebri batterie alla bolognese: coloratissime, più complesse, con un impianto scenografico e sonoro che le rende uniche nel loro genere.
In entrambe le versioni, ad aprire lo spettacolo c’è spesso la “rotella”, una girandola che ruota verticalmente o orizzontalmente su un palo, regalando giochi di luce e rumore. Un tempo era diffusa anche la suggestiva “croce”, un intreccio di cinque rotelle disposte su due assi in legno, con quella centrale — la più grande — a dare fuoco all’intera struttura. Oggi, questi elementi sono più rari e appaiono prevalentemente negli spettacoli serali.
Sempre più comune, per l’apertura delle batterie alla sanseverese, è l’asta verticale con una miccia lenta: cinque colpi, l’ultimo più forte, per segnare l’inizio dello spettacolo.
La tradizione dell’incendio delle batterie non è esclusiva di San Severo, ma è profondamente radicata nel territorio della provincia di Foggia, e si ritrova anche in altre regioni d’Italia, sempre legata a celebrazioni religiose. Tuttavia, solo a San Severo questa tradizione ha raggiunto una forma così spettacolare e ritualizzata, diventando un elemento identitario della festa e un richiamo nazionale e internazionale per gli appassionati e i curiosi.
Le batterie non sono solo fuoco. Sono un grido di fede, una corsa verso la luce, una preghiera che scoppia in cielo, un omaggio che sa di coraggio e devozione. Sono la voce più fragorosa — e al tempo stesso la più antica — con cui il popolo di San Severo rinnova il suo amore per la Madonna del Soccorso.